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domenica 15 agosto 2021

Recensione: La condanna di John Doyle di Letizia Sebastiani [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 

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Opera: La condanna di John Doyle

Autore: Letizia Sebastiani

Editore: bookabook 

Genere: Thriller, weird

Target: Young/adult

Prezzo: ebook 5,99 - cartaceo 10,45

Rating: 7

Sinossi:

Quando il mite e insignificante John aveva trovato quello strano simbolo rosso sulla parete della sua nuova casa, l’unica cosa che aveva pensato di fare era stata coprirlo con un’abbondante passata di vernice bianca, nonostante le perplessità di sua moglie Cynthia. 

Ora Doyle è in un carcere di massima sicurezza, accusato di aver ucciso la moglie: è stato trovato chino sul suo corpo con l’arma del delitto in mano. Nel diario che scrive in cella tenta di raccontare la verità sull'omicidio e su quel simbolo rosso apparso dal nulla che cela un pericoloso mistero. Nessuno crederebbe mai a una storia tanto assurda, ma John non ha nessuna intenzione di morire in prigione...


Recensione:

È il primo romanzo che leggo di questa autrice, la quale ha saputo stupirmi e meravigliarmi proprio per l’originalità della storia. 

Siamo nel 1988 in un carcere di massima sicurezza, dove il protagonista è stato rinchiuso per un crimine che non ha commesso. La voce narrante onnisciente di tutta la storia è raccontata da John tramite gli appunti scritti da lui stesso su un diario e su consiglio del suo avvocato. Grazie a queste annotazioni giornaliere, il lettore scopre che esistono dei portali che mettono in comunicazione il nostro mondo ad un altro parallelo, simile ma non del tutto identico. 

John riesce ad attraversare il portale, ma rimane intrappolato in quest’altro spazio dove dovrà cercare di adattarsi per il tempo che è costretto a sostare, finché il portale non si aprirà di nuovo per permettergli così di far ritorno a casa. Devo dire che il libro in alcune parti è scorrevole, in altre un po’ meno. L’input che spinge il lettore a continuarne la lettura, è la voglia di scoprire come va a finire, qual è la verità che si nasconde dietro a ciò che è capitato al protagonista.

Ammetto, che “La condanna di John Doyle” è un libro che all’inizio non sei preparato a leggere, poiché tutto sembra tranne ciò che è in realtà. L’effetto della suspense, ben dosata, aumenta il ritmo della narrazione e dell’ansietà nel lettore.

Diciamo, che tutta la storia ruota intorno al protagonista, condannato a morte – fino alla fine non si capisce se ingiustamente - per l’omicidio della moglie. In vista  dell’imminente processo di appello, consigliato dal suo avvocato, John scrive  nel suo diario degli appunti per ricordare come si sono svolti i fatti.

L’originalità del romanzo sono i salti temporali tra i due periodi ben distinti; passato, dove John racconta alcuni frammenti di se stesso, di ciò che ha vissuto e cosa gli è veramente successo, e quello al presente in cui John si trova tra le quattro mura del carcere.  

John sembra ormai spacciato perché le prove sono schiaccianti contro di lui. Nessun testimone che può discolparlo, e cosa che porta gli inquirenti a ritenerlo colpevole, è l’arma che lui stringe tra le mani. Ma è questa la verità? Forse sì o forse no. Tuttavia c’è un particolare che nessuno degli inquirenti ha notato: il simbolo dipinto su una delle pareti della stanza da letto, probabilmente, un indizio che avrebbe potuto essere la chiave per risolvere l’enigma e la verità sul caso.  

Fantascienza pura, poiché siamo davanti a mondi paralleli e ai suoi cloni, i portali, fatti di simboli strani (Ritorno al futuro e più) per intenderci.

Il finale a sorpresa è ottimo...

L’autrice è molto abile nel descrivere gli stati d’animo del protagonista, lasciando che il lettore li scopra man mano che prosegue nella lettura. Possiamo considerare John un personaggio a tutto tondo, non piatto, perché nella storia, da uomo mite e tranquillo diventa quasi un eroe che lotta per ottenere infine giustizia. 

Le dinamiche della storia possono essere paragonate a quello di un romanzo epistolare. Alcuni periodi lasciano a desiderare proprio per la difficoltà che presentano, come le tante espressioni superflue e avverbi, che se fossero stati eliminati, avrebbero garantito alla storia maggior limpidezza. 

Qualche refuso, ma ci sta. Credo che ci sarà un seguito, ma si può leggere tranquillamente come libro conclusivo.

C’è un po’ dei diversi generi, dal thriller, alla fantascienza, all’horror ecc. E credo che la difficoltà sia stata proprio questa: assemblare alcuni generi letterari direi assai complicati, ma se il risultato è questo, beh, vengano storie e trame di nuovi autori, ai quali dobbiamo cercare di dare più spazio nel mondo editoriale.

Stiamo a vedere cosa succede, per il momento, godiamoci questo.

Consigliato, voto: Sette

Peg Fly

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