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domenica 15 gennaio 2023

Recensione: Amazònia, la mano dello Xsei di Gianvito Cirami [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti


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 Titolo opera: Amazònia, la mano dello Xsei

 Autore: Gianvito Cirami

 Editore: pubblicazione indipendente

 Genere: fantascienza/biopunk

 Prezzo: 4.99 kindle, 14.99 copertina flessibile, 22.99 copertina rigida.

 Rating: 7,5

 Sinossi:

Safe Harbor, la città dove il destino di ognuno è già scritto nei geni. Un pistolero telepatico che non si prende la colpa dei propri errori, una ninja mutante che conosce solo il dovere, un simbionte gentile che deve, ma non può, fare a meno della sua IA, divenuta senziente e pericolosa, non hanno nulla in comune se non il trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. 

Lando, Nue, Temu e HPY finiranno loro malgrado in una cospirazione più grande di loro, tra gli intrighi del Magìster Lisboa, che vuole mantenere una tecnocrazia utopistica ma piena di divisioni, per non ripetere a Safe Harbor gli errori che hanno condannato Vecchia Terra al crollo mille anni prima, e i misteri dell’antica civiltà scomparsa di Amazònia, che solo Raiki, una ragazzina speciale, potrà risolvere. 

Anche a centinaia di anni luce e molti geni di distanza, quello a cui ciascuno anela è scegliersi il proprio destino.


Recensione:

Amazònia: La mano dello Xsei di Gianvito Cirami è il primo capitolo di una trilogia “Amazònia“ che, lo dico sin da ora, promette molto bene. Cirami, sempre che effettivamente sia alla sua prima opera, mi ha molto colpito. Il suo romanzo non sembra certo il parto di un novellino, tutt’altro. Si tratta peraltro di un’opera corposa e ambiziosa, con un’ambientazione profonda e gestita magistralmente. 

Ci troveremo catapultati in un mondo fantascientifico dai mille tratti cyberpunk e biopunk, nel quale a mutazioni genetiche e intelligenze artificiali si mescolano droghe ed elisir vari, volti a potenziare in tutti i modi la razza umana fino a sbiadirne l’umanità in diverse tonalità sempre più soffuse. 

L’autore è abile a far sentire il lettore comunque a proprio agio, senza spingere in modo ossessivo su tecnicismi di genere, per cui il tutto risulta al contempo credibile e godibile. Ciò su cui invece il Cirami spinge molto è il ritmo, soprattutto nelle scene più propriamente d’azione. La velocità delle quali alle volte tende a superare i limiti del suo stesso controllo, destabilizzando un po’ il lettore con cambi repentini di punti di vista. Già perché i protagonisti sono diversi e le azioni, anche molto concitate, li coinvolgono simultaneamente, con tanto di aiuti esterni di IA pressoché onniscienti. 

Il tutto rende molto bene il caos di questi scontri, ma richiede un coinvolgimento pieno da parte del lettore, per non perdersi in qualche scena. Nulla di grave, intendiamoci, ma se proprio devo trovare un aspetto che spero migliori nei prossimi episodi della trilogia è proprio una maggiore attenzione all’equilibrio fra velocità delle scene e “stabilità” del lettore. Detto questo, il romanzo è ben fatto, complesso il giusto, molto originale in alcuni tratti e comunque sempre gradevole. I personaggi sono ben costruiti e caratterizzati e i dialoghi sempre calzanti. Non mancano citazioni e battute che strapperanno un sorriso a tutti gli appassionati dei vari generi da cui l’autore attinge. Nulla da ridire, assolutamente piacevole. Anche i “cattivi” sono ben gestiti, credibili e finalmente dotati della loro dose di luci, così come i “buoni” di ombre. Nessun cavaliere bianco senza macchia insomma, e questo è sempre un bene per ottenere storie dotate di spessore e credibilità. Pregi rafforzati dall’ambientazione solida e strutturata in modo egregio dal Cirami, in un contesto distopico in cui non si fatica a riconoscersi fatto di trame politico/finanziarie e scriteriate ricerche scientifiche. 

 Un bel 7,5 pieno e il consiglio a tutti di leggere questo autore che certamente io terrò d’occhio in attesa di altri lavori. Complimenti a lui e in bocca al lupo per i sequel di Amazònia che ha ancora parecchi misteri da svelarci.   

  

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