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lunedì 3 agosto 2015

"Dreamscapes - I racconti perduti Volume 2", AA.VV. [Rating 7]

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Titolo: Dreamscapes - I racconti perduti Volume 2

Autore:
 AA.VV.

Genere: Vari

Rating: 7

Prezzo: Euro 3,49









Sinossi:
Dreamscapes i racconti perduti seconda antologia composta da quindici racconti che spaziano dall'horror, fantasy, paranormal, urban fantasy, fantascienza.
Fabio Porfidia è l'illustratore che ha partecipato sia per la copertina che per alcune illustrazioni interne.
I racconti inseriti sono disponibili anche singolarmente.


Recensione:
Oggi ci occupiamo di un testo edito dalla piccola casa editrice GDS, e frutto del secondo concorso lanciato dalla stessa al fine di scovare racconti di autori emergenti. Il risultato finale è l'antologia Dreamscapes - I racconti perduti Volume 2.



Partiamo dall'aspetto puramente estetico dell'epub, che presenta una cover a mio parere gradevole (l'illustratore è Fabio Porfidia che ha impreziosito l'epub con altre pregevoli tavole), ma che risente di alcune leggerezze in fase di “confezionamento”, visto che all'interno della raccolta non tutti i racconti presentano la stessa formattazione e l'editing pare non essere stato curato con uniformità, cosa abbastanza fastidiosa non trattandosi di un testo autoprodotto e venduto al prezzo di 3,49 Euro. Per quanto riguarda la formattazione non credo si tratti del mio fidato reader, ma se così fosse vi prego di segnalarmelo.
Chiudiamo la parentesi relativa alla forma per concentrarci su quello che in fin dei conti più ci interessa: il contenuto.
In generale posso affermare che il livello dei racconti è buono, sia per stile che per qualità delle trame. Ci troviamo comunque innanzi a una raccolta eterogenea, e questo ne è al contempo pregio e difetto, spaziando da racconti prettamente sentimentali, a horror e fansasy.
Insomma, un pot pourritutto sommato piacevole, capace di intrattenerci facendoci assaggiare diversi mondi, ognuno interessante a suo modo. Sarebbe inutile analizzare approfonditamente ogni racconto, quindi mi limito a rapide impressioni assolutamente personali che mi sono appuntato in corso di lettura.

Sono rimasto positivamente colpito dall'eleganza della prosa di Lily Carpenetti nel suo “Cenere”, e dalla capacità di evocare scenari cupi di Andrea Schiavone con il suo “Kangor”. Ho trovato ben scritto “SH 2.0” di Michele Botton nella sua rivisitazione di Sherlok Holmes.
Colpito dalla delicatezza del racconto di Viviana de Cecco in “Astro – la regina della luce”, pur non essendo certo il mio genere.
Molto bello e originale “L'abisso alla fine del mondo” di Alessio del Debbio, notevole anche “Medaglie” di Maro Bertoli.
Interessante e capace di far riflettere “Cupole” di Alessandra Leonardi, un testo di denuncia ambientato in un futuro quanto mai prossimo, nel quale l'umanità si troverà a vivere sotto cupole in balia di tecnologie capaci si soggiogarne interessi privandoli della libertà.
Originale e ben scritto “Il pianeta delle donne” di Delfo, ma dal finale che mi ha lasciato un po' confuso. Qualche ombra sulla chiarezza espositiva anche per “Il guardiano di Saqquara” di Eli Noscere, racconto comunque apprezzabile per spunti visionari.
Nota di merito per Alessandra Sorvillo, per la sua prosa e la sua originalità con “Le ore del cuore”, e per Giacomo Festi con “Sfida alla morte”, racconto notevole, non tanto per l'inediticà del tema trattato quanto per l'emozione che è riuscito a trasmettermi. Infine, quello che è risultato il racconto che più ho apprezzato, “L'interrogatorio” di Alice Stocco, bello.
Sul mio racconto “Il Nuovo Dio e l'Abisso” ovviamente non mi esprimo, segnalando solo che è strettamente legato alla mia serie di romanzi InfinitiMondi

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Ultima info utile è che ogni racconto è acquistabile anche singolarmente al prezzo di 0,99 Euro.

venerdì 24 luglio 2015

"Trilogia della Fondazione" di Isaac Asimov

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Titolo: Trilogia della Fondazione

Autore: Isaac Asimov

Genere: Fantascienza

Rating: 8

Prezzo: Euro 14,45 (cartaceo)






Sinossi:


Sono qui riuniti i tre romanzi della Fondazione, la grandiosa saga premiata nel 1966 come miglior ciclo fantascientifico di ogni tempo. La vicenda, ambientata in un lontano futuro, ha inizio quando l'Impero Galattico, che da secoli esercita il suo potere su tutti i pianeti conosciuti, scompare, e si annunciano trentamila anni di ignoranza e violenza. Hari Seldon, creatore della rivoluzionaria scienza della "psicostoria", sa quale triste futuro aspetta l'umanità. Per preservare la civiltà, decide di riunire i migliori scienziati e studiosi su Terminus, un piccolo pianeta ai margini della Galassia. E la Fondazione, rimasta l'unico faro del sapere, ma sotto la perenne minaccia dei mutanti che intendono distruggerla.


Recensione:

Era ora che io ponessi rimedio a questa lacuna vergognosa, quindi mi sono deciso a prendere in mano un romanzo di Asimov.



Nulla da dire, questa “Trilogia della Fondazione” non ha certo deluso le aspettative: si tratta di un classico imperdibile, che piacerà non solo agli appassionati di fantascienza poiché questa non è altro che il teatro all'interno del quale viene a svolgersi una rappresentazione spettacolare che va ben oltre i confini del genere.
Asimov è un Maestro e lo si intuisce dalla grandiosità del suo progetto, studiato nei dettagli e capace di tenere incollato il lettore alle pagine del romanzo, permettendogli di ripercorrere i cinque secoli di storia conseguenti alla caduta dell'Impero Galattico in una lunga cavalcata appagante.
Il vero protagonista di questa Saga è proprio l'Universo e la civiltà umana che ospita.
Un obbiettivo non certo semplice, ma che l'autore riesce a raggiungere facendoci sentire infinitamente vicini alle vicissitudini della civiltà descritta, sull'orlo del baratro della barbarie eterna.
Infiniti pianeti con le proprie caratteristiche specifiche che tuttavia l'autore avrà l'abilità di renderci familiari, giocando con i protagonisti e i loro discendenti con descrizioni che saltano nel corso degli anni di decadi intere, eppure riuscendo a non far mai spiazzare il lettore ed anzi ad aumentarne l'empatia verso il suo costrutto fantascientifico, realistico sin nei minimi dettagli.
Non serve un unico protagonista per conquistare il lettore, visto che la storia copre un arco temporale di tale portata sarebbe stato impossibile, quindi il focus si sposta su un progetto che sta alla base del destino dell'umanità, un oracolo messo in piedi da un precursore di una scienza capace di predire statisticamente gli eventi futuri, tal Hari Seldon, che con la sua profezia autoavverante caratterizzerà gli intrecci della trilogia.
Un progetto che aleggerà sull'intera opera e che assurgerà a mantra ingenerando filoni narrativi eccellenti dai profondi risvolti sociologici.
Asimov sfodera la sua conoscenza sugli andamenti comportamentali e sui meccanismi psicologici che caratterizzano le masse, dando origine e una trama credibile e intrigante con colpi di scena e macchinazioni sofisticate capaci di conquistare ogni lettore a prescindere dalla scenografia fantascientifica che rimane un puro sfondo per ambientare un romanzo profondo e appagante.
Insomma non c'è molto da aggiungere, un romanzo che mi ha conquistato, una prosa elegante e scorrevole che non risente degli oltre 50 anni che ci separano dalla sua prima edizione.
Per gli amanti della letteratura d'evasione, un must.

domenica 19 luglio 2015

News: cambio nella linea editoriale





Dopo lunga riflessione siamo giunti alla decisione di aprire il blog anche a recensioni di autori affermati e di grandi case editrici, pur rimanendo tutto ciò che riguarda la scrittura indipendente in primo piano. Non vuole essere un tradimento nei confronti della nostra passione verso gli artigiani della scrittura, anzi.
La motivazione principale di questa sofferta decisione è proprio il desiderio di attrarre/intercettare nuovi potenziali lettori, quelli che per intenderci non conoscono neppure l'esistenza degli autori self e che difficilmente capiterebbero sulle pagine del nostro blog e che invece potrebbero approdarvi cercando qualche recensione di autori bestseller.
L'esperimento pilota della recensione a “S. La nave di Teseo" di J.J. Abrams è stato illuminante grazie all'elevato traffico generato.
Insomma, un tentativo di valorizzare ancor più i romanzi dei tanti bravi autori autoprodotti mettendoli in vetrina assieme ai big di settore.
Questo comporta un cambio a diversi livelli per il blog, a partire da chi volesse collaborare e che sin ora non ha potuto/voluto in quanto interessato unicamente a romanzi editi e bestsellers: da oggi sarete ben venuti anche voi, non esitate a contattarci.
Infine vi segnaliamo che l'iniziativa portata avanti dal sito evasioneletterariatroverà spazio qui sulle pagine di scrittorindipendenti, al fine di donarle maggiore visibilità.

Al momento è tutto. 
Buona estate e buone letture!

lunedì 29 giugno 2015

"Naraka: l'Inferno delle Scimmie Bianche" di Caleb Battiago [Rating 8]

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Titolo: Naraka: L'Inferno delle Scimmie Bianche

Serie: Naraka World

Autore: Caleb Battiago (Alessandro Manzetti)

Genere: Horror

Rating: 8

Prezzo: Euro 2,99






Sinossi:

Il Penitenziario spaziale di New Belmarsh sulla Luna, chiamato il Naraka, è un progetto pilota di detenzione aliena con finalità di controllo del crimine dilagante sulla Terra. Ma, dietro questa copertura, c’è molto altro. La sovrappopolazione, la deriva ecologica radioattiva e morale, l’indisponibilità di risorse proteiche, creano nuove esigenze, un nuovo mondo. Una nuova visione, cinica e ancestrale. 



Il Naraka diventa il primo allevamento di carne umana moderno e organizzato. Una reminiscenza di Naraka ben più antichi, che la storia ci ha presentato in tante culture. Neri protagonisti, come la sensuale killer Kiki Léger, vivranno sulla propria pelle l’evoluzione di questo delirio umano che è dietro l’angolo. Ambientato in un penitenziario dotato delle più avanzate tecnologie e in una Parigi marcia e distopica, il romanzo intreccia varie storie e vissuti estremi, suggerendo, tra le righe, riflessioni antropologiche, ecologiche, esistenziali. La sonda del lettore viene calata in un alveare senza fondo e continuerà il proprio viaggio nel vuoto, senza riuscire mai a toccare il fondo. 

Dalla Prefazione di Alan D. Altieri 
Il Naraka nel ventre nero della Luna è la prigione di massima sicurezza più agghiacciante, più bruciante, più dilaniante, (in tutti i sensi che sia mai stata concepita da mente (in) umana. Contenimento, isolamento, tormento. Ma anche molto, troppo d’altro... È attraverso questo labirinto, simultaneamente concentrico e frattale, metafisico e metastatico, che Caleb Battiago, l’inedito e inaspettato, spiazzante e lacerante Autore di “Naraka: l’Inferno delle Scimmie Bianche” - by the way, non vi sfugga la “A” maiuscola di Autore - ci guida con la pragmatica precisione di un vero e proprio Virgilio del lato oscuro. Naraka sposta l’essenza stessa della narrativa genere fanta-horror su tutto un nuovo piano concettuale, introspettivo, stilistico. Incontriamo una galleria pressoché unica di formidabili, indimenticabili dark heroes destinati a lasciare il segno in questo mondo sotterraneo da incubo senza fine: Kiki Léger, sensuale superkiller dall’etica al macero, Jorge Vallejo, famigerato “mangiatore di placente” dalla monolitica perversione, Ute Möbius, profeta della filosofia della tenebra e dispensatore di viatici meta-chimici, Sibel, erotica warden del Naraka, al tempo stesso matrigna mostruosa, amante post-vampirica e carnefice spietata. Ma quest’opera non è semplicemente un fanta-horror-thriller dell’estremo. Dalle viscere malefiche e maledette della Luna, Caleb Battiago allarga il campo alla superficie infame e infetta della Terra. Il Naraka, metaforicamente e non, estende tentacoli e artigli fino al labirinto di una Parigi distopica e macabra, emblema di una sub-società al nero sul quale incombe l’incubo peggiore di tutti: il programma sistemico terminale, nel quale l’atto del divorare finisce con l’azzannare perfino il deus-ex-machina. A tutti gli effetti, “Naraka: l’Inferno delle Scimmie Bianche” potrebbe davvero rivelarsi una nuova frontiera, non solo del fanta-horror ma della narrativa di anticipazione intesa nel senso più puro. E più oscuro. 

Recensione:

Avevamo concluso la recensione del racconto Mictlan di questo autore chiedendoci come si sarebbe comportato affrontando con il suo stile del tutto peculiare un intero romanzo, ebbene la risposta è giunta dirompente con questo Naraka, l'Inferno delle Scimmie Bianche.
Manzetti alleggerisce la sua prosa quel tanto che basta per non saturare la psiche del lettore, senza sacrificare i contenuti del suo lavoro e l'indole martellante della scrittura.
Diversi livelli di lettura caratterizzano quest'opera che senza dubbio fornisce spunti di riflessione degni dei migliori testi d'evasione letteraria. 
Lo sperpero delle risorse del pianeta, il sovrappopolamento, la funzione delle istituzioni religiose, la deriva materialista dell'umanità, la brutalità delle passioni lasciate a se stesse, e molti altri temi vengono sviscerati in modo certosino sfruttando l'ambientazione posta preoccupantemente a pochi passi temporali oltre quella attuale.
Titolo e copertina ad effetto, Naraka, ossia i mondi sotterranei buddhisti assimilabili a inferni temporanei nei quali gli esseri umani finiscono per espiare le proprie colpe, solo che il Naraka di Manzetti è definitivo: chi ci entra può uscirne solo cadavere, senza neppure godere del conforto dell'abbraccio di una cassa di frassino imbottita di velluti porpora, ma spolpato e stipato in scatolette di pollo sotto vuoto.
Homo homini lupus, mai come in questo romanzo il detto latino trova la sua applicazione nuda e cruda fino a trasmutarsi da semplice metafora a spietata realtà.
Ambiente claustrofobico e delirante, ma non solo. Prigione e allevamento di carne umana nel quale trovano un'applicazione distorta le regole del marketing e quelle delle economie moderne. L'autore è abile a dare un senso concreto alla sua invenzione orrorifica donandole solide basi di credibilità e obbligando a riflettere su quanto poco possa mancare al realizzarsi di eventi del genere ad opera di qualche multinazionale spersonificata e in quanto tale priva di scrupoli e volta solo al profitto a dispetto di tutto e tutti. Emblematica l'apposizione del rating alla qualità della carne dei singoli prigionieri.
Non se la cavano meglio però neppure i personaggi che riempiono questi ambienti: guardie che farebbero impallidire le SS naziste, sacchi d'organi e depravazioni varie, sorretti solo dal desiderio di preservare se stessi e compiacere le proprie pulsioni ancestrali.
Che personaggio splendido è il sacerdote, predicatore pazzo Ute Mobius? I suoi monologhi deliranti eppure perfetti per donare un barlume di (vana) speranza agli abitanti dell'allevamento lunare, mi ha fatto impazzire. Eccezionale!
La protagonista Kiki, un'assassina professionista, riesce a suscitare empatia nel lettore non tanto per le sue doti da eroina quanto per la spregevolezza del mondo agghiacciante che la circonda facendola apparire (quasi) un'anima candida a confronto.
Che dire, questo Naraka mi è piaciuto parecchio, e non era affatto scontato vista la prosa del Manzetti che ritenevo decisamente più adatta ai racconti e che temevo avrebbe alla lunga portato a uno stordimento eccessivo del povero lettore, invece devo ricredermi: la trovate originali ebrillanti, le descrizioni esacerbanti e dissacranti (zero censure) costringono ogni tanto a sollevare lo sguardo dalle pagine, a concedersi un attimo di respiro, come dopo una lunga permanenza sotto uno specchio d'acqua infestato di piranha, ma il desiderio di apprendere le vicissitudini di Kiki ci costringe a ritornare sotto a capofitto, a prescindere dai rischi che corriamo. 
Perversioni sessuali, devianze che affliggono psiche e costumi alimentari, suspense e adrenalina a fiumi, l'autore non concede tregue, elargendo descrizioni crude e sanguinolente, vivide e emozionanti, imbastendo un romanzo completo e appagante sotto ogni punto di vista. 
Grandi meriti quindi a questo autore e un vivo consiglio a tutti voi di non perdervi questo romanzo.
Voto 8 pieno.

Infine segnalo la raccolta "Naraka Kollection" che al prezzo di 3,99 Euro comprende questo volume e il sequel "Shanti - La città santa" e il racconto "Regnum Congo".








martedì 23 giugno 2015

"Isteria.com" di Sergio L. Duma [Rating 6]

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Titolo: Isteria.com

Autore: Sergio L. Duma

Genere: Thriller

Pag.: 220

Rating: 6

Prezzo: 1,99







Sinossi:

“Le università sono luoghi di studio e di sapere o almeno è questo ciò che dovrebbero essere… ma cosa succede se in un Ateneo iniziano ad accadere eventi strani ed inquietanti?
Chi è il misterioso studente che invia e-mail terrificanti a diverse studentesse? Si tratta di un maniaco? Di un perditempo che ha semplicemente deciso di fare scherzi di cattivo gusto?
Oppure la risposta è più inquietante ed è legata a drammatici avvenimenti verificatisi nello stesso Ateneo anni prima?
Quando alla fine tutti i misteri avranno una risposta la vita di uno studente sarà per sempre sconvolta.”




Isteria.com è l’ultimo lavoro di Sergio L. Duma, un thriller giovane, fresco, ambientato in un contesto universitario dove la routine degli studenti sarà sconvolta da una serie di eventi che cambieranno per sempre le loro vite. I protagonisti descrivono a turno l’evolversi della vicenda fra studi, serate nei locali, assemblee inconcludenti, storie di sesso, pomeriggi sonnolenti e docenti non proprio irreprensibili, percependo sempre una presenza crescente e misteriosa che gioca in maniera terrificante con le loro vite.
L’isteria ha inizio.


Recensione:

Alcune studentesse universitarie hanno ricevuto delle misteriose e terrificanti e-mail ma non sanno se il loro mittente ha realmente delle cattive intenzioni o vuole semplicemente fare scherzi di cattivo gusto. Intanto, nell’ateneo che queste ragazze frequentano, stanno iniziando ad avvenire alcuni fatti inquietanti che potrebbero essere collegati ad alcuni eventi avvenuti qualche anno prima. Riuscirà un gruppo di studenti a scoprire cosa o chi si nasconde dietro tutti questi misteri?

“Isteria.com” è ambientato in un’università e la storia è narrata da tre diversi personaggi che, a turno, descrivono il loro personale punto di vista su ciò che accade nelle proprie vite e, soprattutto, nell’ateneo. Il testo è caratterizzato da un continuo cambio stilistico in quanto i personaggi si esprimono spesso attraverso e-mail o blog personali. Lo stile utilizzato dall’autore per raccontare le vicende è, per questo, troppo vario e può confondere facilmente il lettore più distratto. Inoltre, le caratteristiche dei personaggi sono troppo estremizzate e nel testo sono presenti alcuni errori di battitura e di grammatica.
La nota positiva di questo romanzo è, tuttavia, la capacità dello scrittore di creare molta tensione nella narrazione e a far percepire costantemente una presenza misteriosa.

Sarah

domenica 7 giugno 2015

Libro: Venti di Morte (parte 1°) di Steven Erikson

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Descrizione
L'Impero Letherii, guidato da governanti corrotti ed egoisti, si sta disgregando. Circondato da spie e da agenti del suo venale cancelliere, l'Imperatore Rhulad Sengar sta sprofondando nella follia. I complotti si moltiplicano. La polizia segreta imperiale lancia una campagna di terrore contro i sudditi. L'Errante, un tempo dio chiaroveggente, all'improvviso si ritrova accecato riguardo al futuro. Presaghe del caos, forze spaventose convergono da ogni dove sull'impero. Su questo sfondo infido e burrascoso, un gruppo di fuggiaschi cerca di abbandonare l'impero. Uno di loro, Fear Sengar, è in cerca dell'anima di Scabandari per salvare il fratello, l'Imperatore. Tuttavia con i fuggitivi viaggia anche il nemico più temibile di quest'ultimo: Silchas Ruin, fratello a sua volta di Anomander Rake. Le ferite non ancora rimarginate che reca sulla schiena gli furono inferte proprio dalle lame di Scabandari; e le sue intenzioni sono tutt'altro che chiare...


Avanziamo quindi con la splendida saga di Steven Erikson con questo “Venti di Morte” vol.1
Come al solito l’Armenia ha spaccato in due parti l’originale, anche se pare che alla fin fine questi mezzucci non le abbiano permesso ugualmente di sopravvivere. Agghiacciante poi la scelta di utilizzare la medesima copertina (come al solito già brutta di suo) con tonalità di fondo differenti per i due volumi. Come si fa, mi chiedo io, a lesinare a questo modo su quello che è il biglietto da visita di ogni romanzo?
Torniamo al testo piuttosto, visto che la discussione sulla mancanza di capacità imprenditoriali nell’editoria nostrana sarebbe lunga e svilente, che come al solito è invece l’ennesimo capolavoro.
Come oramai saprete il mondo ricreato dall’autore non è certo dei più semplici e gli imperi (vedi qui per riepilogo), i pantheon e le razze coinvolte sono ricchi di caratteristiche peculiari e vicissitudini per cui avendo letto il tutto nel corso di anni e non di seguito, il sottoscritto rischia di aver perso qualche passaggio… ad ogni modo segnalo un certo stordimento iniziale da infiniti nuovi personaggi, sempre intriganti, e dal riesumarne di vecchi che la memoria aveva cercato di rimuovere. Gli Dei soli sanno come Erikson riesca nel miracolo di generare sempre nuove caratterizzazioni di primissimo livello, originali e capaci di ispirare empatia sin dalle prime battute. Una cosa che ammiro nell’autore (fra le tante) è il fatto di non soffermarsi su una lunga caratterizzazione dell’aspetto fisico dei propri personaggi, lasciando ampio spazio all’immaginazione del lettore e concentrandosi piuttosto sul modo d’agire, sulle battute e sulle reazioni che creano in chi sta loro attorno, per definirli.
I livelli di epicità in questo “Venti di Morte”, così come nei precedenti lavori dell’autore, si riscontrano difficilmente in altri scrittori, con buona pace del pur eccelso G.R.R. Martin.
Icarium, Ben lo Svelto, Maschera Rossa, Toblakai, lo stesso imperatore spezzato e pazzo Rhulad Sengar trasudano carisma, e la lista potrebbe andare avanti per pagine e pagine.
Ammetto che dovrei rileggerla questa prima parte di Venti di Morte, perché gli eventi si susseguono a ritmo incalzante, andando a tirare le fila delle diverse vicende sin qui esposte da Erikson nei precedenti volumi. I nodi vengono al pettine come si suol dire e a farne le spese una volta tanto non sono solo i miseri mortali ma le diverse divinità costrette ad uscire allo scoperto e a dichiarare i propri limiti scendendo a patti. Insomma i temi sono molti ma è il fascino sprigionato dai personaggi a far da padrone sulla scena.
Ci troviamo nell’Impero Letheri, così torniamo dalle nostre vecchie conoscenze, i riuscitissimi Bugg e Theol Beddig, e quell’accozzaglia di governanti e faccendieri divorati dalla smania di arricchimento e onnipotenza (vi ricorda qualcosa?), costituito dalla corte del re pazzo Rhulad.
Le vicende che prevedono complotti intricatissimi orchestrati da uomini di potere, stregoni, Dei e quant’altro si inseriscono alla perfezione e in modo originale in questo regno nel quale ogni suddito assiste con impazienza e speranza alla gara folle indetta dal sovrano immortale: è stato Rhulad a ordinare ai suoi di girare il mondo in cerca di uno sfidante degno per lui.
Il suo popolo però non assiepa certo l’arena per tifare il proprio imperatore, ma ignora che fra gli sfidanti potrebbe essercene uno capace non sono di annientare l’immortalità di Rhulad ma la città intera.
Il volume, tranciato brutalmente nella versione italica, si conclude con uno spettacolare scontro campale che ci rende impossibile non correre in libreria a procurarci il seguito, sperando che l’Armenia o chi ne ha ereditato le spoglie fallimentari, non compia il delitto di non portare a termine la traduzione della miglior saga fantasy che io abbia mai vissuto. Sì perché le storie di Erikson prendono vita e lasciano uno strascico di emozioni che ritengo difficilissimo trovare altrove. Non si tratta di una semplice lettura ma di una narrazione coinvolgente che ricorda molto quella di un saggio che, in una notte fredda e cupa, condivide con noi la storia degli avi al cospetto di un fuoco magico.
Da non perdere!

lunedì 1 giugno 2015

"La fine del gioco" di Gianluca Turconi [Rating 7,5]


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Titolo: La fine del gioco


Genere: Thriller/Azione

Rating: 7,5


Prezzo: Euro 0,89








Sinossi:

Istanbul, Turchia: un cruento attentato a una caserma della polizia provoca una strage tra i giovani in coda per l'arruolamento.



L'episodio rientra nella strategia di "violenza contro violenza" messa in atto dagli Eletti di Dio, l'organizzazione che coordina l'insurrezione armata cristiana nei campi profughi sulla cosiddetta Frontiera Araba, ai confini con Siria e Iraq. Fuggiti a centinaia di migliaia dalle atrocità della guerra civile siriana e del Califfato dell'Isis, questi profughi hanno varcato i confini turchi in cerca di salvezza, solo per finire perseguitati dalle stesse autorità della Turchia, il cui governo di matrice radicale islamica, arrivato al potere dopo uno stravolgimento elettorale, conserva a stento il ruolo di gendarme armato della NATO in quella regione.
A migliaia di chilometri di distanza, nel tranquillo Belgio, Roger Hancock, già agente operativo dell'MI6 britannico e ora direttore dell'INTCEN, il Centro Analisi dell'Intelligence dell'Unione Europea, si è imbattuto in problemi che non fanno altro che aumentare la sua insonnia da stress. Prima di tutto, ha contro l'opinione pubblica europea, accortasi con colpevole ritardo dell'esistenza del suo dipartimento, adibito a vero e proprio spionaggio internazionale. In secondo luogo, deve difendere il suo posto di lavoro, messo in pericolo dalle idee politiche e dagli affaristi che ruotano attorno a Enrique Lozano, il nuovo Presidente della Commissione Europea.
Ma a preoccuparlo davvero è ben altro, perché dietro la facciata di legalità che ha condotto alla creazione dell'INTCEN, gli stati membri dell'Unione Europea celano segreti ereditati dalla Guerra Fredda, i quali lasciano grande potere discrezionale in mano alle persone incaricate di salvaguardarne la stabilità interna ed esterna.
Una di esse è proprio Hancock, legato a filo doppio alla brutale repressione della rivolta in Turchia da parte dell'esercito regolare. Per compiere il proprio dovere ha mentito molto e messo a rischio la sua stessa vita.
In questo scenario si muovono anche altri protagonisti: Erwin Looy, agente operativo dell'INTCEN; Mehmet Kharvali, promettente ma ingenuo reporter tedesco di origine turca; Domenico Sanesi, parlamentare europeo a capo del Comitato Investigativo sui Servizi d'Intelligence; l'affascinante Marie Tyus, donna che ha le chiavi di molti misteri.
Passando da Bruxelles a Istanbul, da Amburgo ad Antakya e l'Aia, rimarranno invischiati in un pericoloso gioco di inganni in cui le feroci lotte di religione saranno influenzate da inimicizie personali, carrierismo politico e patriottismo spinto alle estreme conseguenze.

 Recensione:

Questo romanzo ci da l’opportunità di testare Gianluca Turconi, autore che abbiamo gia recensito in altre occasioni, impegnato in un genere ben diverso dai science fantasy cui ci ha abituati con la saga del Pozzo.
“La Fine del Gioco” è infatti un romanzo in cui sono le trame politiche e i giochi di potere del mondo contemporaneo la vere protagoniste.
L’autore sceglie un ambito originale nel quale calare la vicenda da lui immaginata: le istituzioni dell’Unione Europea e il rapporto teso con la Turchia per la sua eventuale entrata nel gruppone. In realtà io neppure sapevo che esistesse il Centro Analisi dell'Intelligence dell'Unione Europea, considerando questa istituzione un costrutto artefatto, fondamentalmente privo di senso e privo di una forte governance accentrata, ma non è questo il luogo adatto a discorrerne.
Originale anche la trovata degli Eletti di Dio, organizzazione di “estremisti cristiani”, invece di andare a pescare nei tagliatori di teste dell’isis, tanto di moda in questo periodo.
Ho apprezzato molto la presenza dei diversi punti di vista grazie ai quali la vicenda prende corpo innanzi ai nostri occhi. Le descrizioni sono sempre precise e accurate e ci calano con disinvoltura nel teatro delle operazioni, svelandoci sapientemente passo dopo passa le trama più oscure che stanno dietro agli eventi narrati. Che ci si trovi in Turchia come a Brouxelles, Turconi ricrea le ambientazioni e gli scenari con grande maestria. Inoltre è abile nell’adattare la sua prosa al genere trattato, questo va sottolineato sin da subito.
Il tono epico presente nei suoi fantasy scompare il questo “La Fine del Gioco” per lasciar spazio a descrizioni più concise, azioni più rapide e dialoghi adeguati alle circostanze e mai artefatti.
Una prova di maturità quindi che ci fa confermare il nostro pieno apprezzamento per questo scrittore, mostratosi capace di gestire generi così diversi fra loro.
In un romanzo come questo la credibilità del narrato è a mio parere l’aspetto più rilevante e ritengo che la missione sia stata raggiunta appieno. Pur coinvolgendo la vicenda personaggi posti a diversi livelli delle gerarchie istituzionali comunitarie, spie, giornalisti, ribelli, medici senza frontiere e quant’altro, la sensazione è di essere al cospetto di eventi plausibili pur nella loro drammaticità e/o mostruosità. Intrighi, organi deviati, tradimenti, stragi di bimbi, arrivismo, insabbiamenti e assenza di scrupoli sono tutti elementi presenti nel testo così come nella dura realtà attuale. 
Un aspetto che mi sento di segnalare è che la disamina spietata dei meccanismi di potere, di intimidazione ecc… che tanto aiuta la credibilità della vicenda, non favorisce però l’empatia verso i protagonisti e per chi è sempre in cerca dell’eroe di turno senza macchia e senza paura nel quale identificarsi c’è poco spazio.
I personaggi del Turconi sono reali, con paure e debolezze che non tutti i lettori potrebbero essere pronti ad accettare, cosa che io invece ho trovato apprezzabile perché difficilmente chi opera in quegli ambiti e a certi livelli può essere “un’anima candida”.
Per concludere quindi, una storia avvincente sino all’ultima pagina e che mi sento di consigliare a tutti gli amanti del genere, anche perchè a un prezzo simbolico.