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domenica 28 ottobre 2018

Recensione: Il respiro della Grande Madre di Floriana Naso [Rating 7]


libro thriller psicologico
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Titolo:  Il respiro della Grande Madre

Autore: Floriana Naso

Editore: Brè Edizioni

Genere: Thriller

Prezzo: cartaceo 14,90

Rating: 7


Sinossi: 
Greta, una giovane subacquea dai capelli rossi, viene aggredita mentre fa jogging nella zona dei Navigli. Legata, bendata e imbavagliata si ritrova in balia di uno sconosciuto che approfitta brutalmente di lei, ma che inaspettatamente le risparmia la vita. L'accaduto accresce le ansie e i tormenti che già attanagliavano la sua travagliata esistenza: un rapporto difficile con la madre e uno inesistente con il padre, un colonnello dell'aeronautica militare, che ha abbandonato la sua famiglia rendendola una donna diffidente e solitaria. Soltanto il suo fidanzato, Rafael, un giornalista sportivo agli esordi, sembra rassicurarla, almeno fino a quando Greta non cade di nuovo vittima di violenze e le indagini del commissario Virginia Landi portano a galla una verità troppo scomoda da raccontare. Un crescendo di indizi nascosti porteranno la polizia alla chiave di volta di un caso sconcertante quanto inaspettato; tuttavia, ciò non sarà sufficiente a mettere la parola fine alle sofferenze della giovane, la quale, solo al culmine della strada su cui l'avrà condotta la vendetta, verrà a conoscenza dell'indicibile segreto che ha condizionato la sua vita.

Recensione: 

Generalmente non amo i thriller e, forse, non avrei letto questo libro, se il titolo non mi avesse tanto attratta. La mia formazione psicologica ad orientamento junghiano si è sentita chiamata in causa, dato che qui viene nominato esplicitamente un Archetipo, ed ha subito cominciato a cercare dove fosse il mistero. E qui di mistero ce ne sta davvero tanto e crea grandi problemi a tutti! Il testo conduce il lettore in un crescendo di tensione, supposizioni e domande irrisolte, fino allo svelamento finale della verità.
Questo romanzo è, a tutti gli effetti, un thriller a sfondo psicologico, non adatto ai minori. In queste pagine, infatti, si indaga il risultato di una violenza psicologica protratta nel tempo. Una violenza che non è soltanto sulle donne, ma anche delle donne! Il supporto di questa violenza diffusa è il fatto che ogni personaggio abbia la propria visione della realtà: non esiste l’oggettività che potrebbe risultare esclusivamente dalla condivisione!
Lo stile è essenziale e non indulge in descrizioni inutili, fornendo al lettore ciò che serve a comprendere l’evolversi della storia. I dialoghi sono fin troppo stringati e non sempre sufficienti a rendere espliciti i sentimenti di chi li pronuncia. A ben guardare, non tutti i personaggi hanno il giusto spessore, tutti restano in secondo piano. La protagonista è un’irrimediabile egocentrica!   
Fin dall’inizio si intuisce un fondo autobiografico nella storia narrata. La protagonista, Greta, viene esaminata sotto ogni aspetto. Lo si fa con uno sguardo indagatore e “scientifico” ma anche elegiaco e carezzevole; pur non essendo totalmente empatico. Si tratta di una visione in parte distaccata ed analitica, tipica di una psicoterapia. Già, leggendo la biografia dell’autrice questa idea prende senso e un romanzo, tanto disperato, diventa un forma di crescita personale. 
Noi la troviamo già donna, Greta, che viene fatta oggetto di ripetuti rapimenti, con annessa violenza sessuale. Tutto ciò ci appare quasi logico nella sua ineluttabilità. Quella raccontata nel romanzo è una vita senza redenzione possibile: il passato usa ogni energia del presente per progettare la sua vendetta, mentre la ragione resta al palo e non trova la maniera per contenere ed elaborare il senso di rabbia e/o l’impotenza per l’ingiustizia subita. Bambina felice e spensierata, Greta, si ritrova dall’oggi al domani abbandonata dal padre che lascia improvvisamente la casa di famiglia. La piccola piomba in una solitudine nebbiosa e resta ignara delle ragioni di ciò che realmente avviene intorno a lei. Mentre cerca di consolare una madre alcolista, si carica della colpa di tutto! Ma poi, … 
Voto finale 7.    

CARLA IOPPOLO

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