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domenica 2 dicembre 2018

Recensione: Fermate la Vandea. A.R.C.A. di Matteo Marchisio [Rating 7]


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Titolo operaFermate la Vandea

- Saga: A.R.C.A.


- Autore: Matteo Marchisio

- Editore: pubblicazione indipendente

- Formato: ebook/cartaceo

- Genere: Fantascienza

- Prezzo: 0,99/14,98

- Sinossi: I Namir sono soli. Il potere dei Figli di Tlaloc sembra impossibile da arginare. Frank Basosky e i pochi piloti sopravvissuti della Decima Robotizzata sono sul punto di cedere, quasi sopraffatti dall'inconsistenza dei loro tentativi di riportare la galassia in pace. Ma una grave minaccia diretta al cuore del regno Namir li convincerà a rientrare nelle cabine di pilotaggio. Gli A.R.C.A. navigheranno ancora una volta tra le stelle, correndo in soccorso degli unici alleati rimasti.


- Recensione: Oggi torno a occuparmi di una serie che mi era piaciuta parecchio e che avevo messo in stand by solo a causa della gran mole di altri autori che chiedevano giustamente di avere il loro spazio. Stò parlando della Serie A.R.C.A. di Matteo Marchisio e per la precisione del vol.4 - Fermate la Vandea. 
Che dire, questo è un autore che apprezzo molto e anche in questo caso non mi ha deluso. Fermate la Vandea è un romanzo breve, meno di un centinaio di pagine in tutto, ma come i suoi predecessori ha il pregio di offrire molto di più di quanto lo spazio risicato lascerebbe presupporre. 
Marchisio ha una dote che non si trova tanto spesso in circolazione: abbinare scrittura agile e trame dal ritmo serrato a uno scenario che appare complesso e quindi appagante. Almeno questo è l’effetto che i suoi romanzi hanno su di me. Sono un lettore per certi versi esigente e anche dai testi più rivolti all’azione mi aspetto di percepire la profondità dell’ambientazione e la credibilità non solo delle singole manovre operative, ma anche del contesto più generale, strategico diciamo. Ebbene, l’autore è abilissimo in questo, senza appesantire per nulla la narrazione con lunghe disquisizioni, o descrizioni ridondanti. Efficace ed efficiente, con la sua prosa semplice e diretta, priva di fronzoli, ma mai banale e sempre ineccepibile sugli aspetti più “tecnici”, rimane a mio avviso uno dei migliori cantastorie indipendenti in circolazione. 
Cosa aggiungere quindi? I personaggi abbiamo imparato a conoscerli dagli episodi precedenti e, come li avevo apprezzati allora, non posso che ribadirne l’apprezzamento oggi. I dialoghi sono fluidi, briosi e sempre naturali, il ritmo come detto si mantiene elevato dall’inizio alla fine rendendo praticamente impossibile spezzare la lettura che, purtroppo, finisce fin troppo presto. Ecco, mi sarei atteso un romanzo più corposo, ma pace, mi resta pur sempre l’ultimo capitolo della saga, Il patto di Lucifer!
Nota dolente la solita presenza di refusi e errorini che gli costano un mezzo voto, e solo perché sono buono… qui si tratterebbe di una semplice correzione bozze, alla portata di tutti, basta avere la pazienza di cercare su internet e trovare qualche anima pia e per fortuna ce ne sono tante disposte ad aiutare. Ad ogni modo io prediligo premiare la fantasia e la soddisfazione che un testo riesce a trasmettere, piuttosto che penalizzare più di tanto un errore di battitura, quindi voto 7.  

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