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sabato 7 marzo 2020

Recensione: L'Artiglio. L'oro del dio Hunn di Donato Altomare [Rating 8] - recensione a cura di Fantom Caligo

fantasy
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Titolo: L'Artiglio. L'oro del dio Hunn

Saga: L’artiglio



Genere: Sword & Sorcery, Eroic Fantasy

Prezzo: 4,99 Ebook

Rating: 8

Sinossi:
Il sogno dell’Artiglio è quello di vivere una vita normale con la donna che ama. Ma è destinato a non invecchiare e a tentare di salvare la sua donna rapita dal Mago della Pioggia. Ogni passo un’avventura, ogni cavalcata una lotta, quasi il mondo intero tenti di non fargli raggiungere il suo scopo. Eppure più ardua si fa la strada, può tremenda la lotta, più il Guerriero centuplica i suoi sforzi per liberare la sua amata. Ma non ha contro solo uomini, mostri, maghi e dei. Ha contro anche il destino.
Il volume contiene anche i seguenti saggi:
- Il ritorno dell'Artiglio di Francesco La Manno.
- Ove regna il fato avverso di Cristiano Saccoccia

Recensione:
So già cosa state pensando. Ma questo libro mi prenderà mentre sono infetto dal coronavirus? Domanda legittima a cui risponderemo.
Le avventure dell’Artiglio proseguono. Ci troviamo di fronte a un eroic fantasy in cui l’Artiglio, nel libro precedente, aveva chiesto al Dio dell’Amore un aiuto per ritrovare la sua bella rapita dal Mago della Pioggia. Avviso che il libro si può leggere benissimo senza aver letto quelli prima.
Sulle capacità di Donato Altomare è inutile disquisire. Il libro fila liscio tra le mani, le pagine volano anche con il coronavirus. Le descrizioni permettono di visualizzare tutte le scene, ti trascino all’interno del libro. La figura dell’Artiglio, un eroe con la mano di tigre che non invecchia mai ma può essere ucciso, è ben delineata. Sarà principalmente attraverso i suoi occhi che vivremo tutte le vicende. 
Il mondo creato da Altomare è un mondo ingiusto, dove spesso i più deboli sono sopraffatti dai più forti (e poi dicono che il fantasy è un genere per bambini. A volte certe storie sono più realistiche dei cosiddetti romanzi “seri”), dove le crudeltà possono accadere per semplice follia. 
Vivremo diverse peripezie in cui l’Artiglio, spesso controvoglia, si trova coinvolto. Ho molto apprezzato come l’autore gestisce il tema dell’amore. Il protagonista si muove per recuperare la sua bella, e ciò è abbastanza classico, ma l’amore dell’Artiglio ha le sue cadute, non è sempre perfetto. Sbaglierà, si sentirà in colpa, insomma non il classico libro melenso dove il puro combatte impavido per liberare la sua bella. 
La figura dell’Artiglio a tratti ricorda quella di Geralt -The Witcher-. Anche lui è un eroe ombroso, a cui tutte le donne cadono ai piedi (ma perché tutto agli altri?), ma in fondo ha un grande amore nel cuore. 
I combattimenti sono ben descritti e avviso che Altomare non va su leggero.
L’unica pecca, che compare nella seconda parte del libro, sono i refusi nella punteggiatura dei dialoghi. Abbiamo dialoghi che usano -…- poi passiamo: -…- e poi dialoghi segnalati con -….
In particolare, l’ultimo formato a volte crea della confusione. Dal punto di vista a me caro, ossia l’innovazione, qui ci troviamo di fronte al classico eroic fantasy, sebbene ci siano creature che sorprendono (non aspettatevi orchi e troll, ma preparatevi a Urus). 
Gli amanti del genere apprezzeranno sicuramente l’intera storia, gli assettati d’innovazione la leggeranno ma non troveranno nuovi spunti.
Globalmente è libro da 8.

Siccome Cristiano Sacoccia mette un saggio alla fine del libro, recensiamo pure quello (l’articolo di Francesco La Manno è più una presentazione al libro).
Sacoccia mostra una profonda conoscenza del fantasy e ci fa percorrere un viaggio all’interno dei miti del genere. Si tratta di uno studioso attento, che riesce a sviscerare i concetti che si nascondono dietro i personaggi. (Colgo l’occasione per complimentarmi per la spiegazione della figura di Glotka di Abercombie. Illuminante.) 
Un saggio veramente godibile, e, avviso subito, molto tecnico. Interessante per tutti coloro che vogliono sviscerare i concetti del fantasy.
Voto 9.

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