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Titolo: Sweet Jane
Autore: Paolo Perlini
Editore: Catartica Edizioni
Genere: narrativa - Yung/adult
Prezzo: cartaceo Euro 15,20
Rating: 7
Trama:
L’11 ottobre del 1980 inizia il cammino che porterà la nazionale di calcio italiana a qualificarsi per i Mondiali di Spagna. È anche l’inizio dell’amicizia fra Michele e Roberto, entrambi orfani e compagni di scuola. Il primo vive in un paese di montagna con gli zii, il secondo a Verona con la matrigna Giovanna, una donna seducente che amministra i suoi numerosi beni. Michele, che segue con interesse la competizione calcistica è destinato a non vedere nemmeno una partita: Giovanna applica su di lui strategie di gioco che lo turbano. Anche la finale dell’11 luglio a Madrid, allo stadio Santiago Bernabéu, passa in secondo piano. Perché quella sera Giovanna gli chiede una cosa che lui non è in grado di fare: uccidere.
Recensione:
È il primo romanzo che leggo di questo autore, e devo dire che non mi ha lasciato indifferente. Un libro scritto veramente con stile e sobrietà.
La storia inizia e si svolge da Piazza Bra al mare di Gallipoli. Un viaggio intrapreso del protagonista a volte a bordo di una Fiat 127, o sullo scompartimento di un treno. La storia ci riporta a quei lontani anni ’80, agli usi, ai costumi, alla politica e perché no, alla vita del nostro protagonista che la vive come tutti i ragazzi di quell’epoca, tra il mare e le partite di calcio. Ma tutto prende una brutta piega, quando Salvatore, marito di Giovanna, vola giù dall’ultimo piano e danno la colpa a Michele diventato l’amante della donna, grazie alla falsa testimonianza di una persona e che per colpa di questi deve scontare lunghi anni di prigione.
Ma è stato veramente lui a uccidere Salvatore? Qual è la verità?
L’originalità di questo romanzo, è il modo in cui l’autore ci proietta all’interno della storia, ossia attraverso una radio con cui lui segue la cronaca in diretta delle partite di calcio che portarono in trionfo la Nazionale Italiana in Spagna nella rovente estate del 1982 e dall’altra, sulle note di una canzone, “Sweet Jane” di Lou Reed, - da qui il titolo.
Il clima è surriscaldato dall’animosità con cui si seguono le vicende sportive che bloccò davanti allo schermo o alla radio l’Italia da nord a sud. Michele, il protagonista, si barcamena tra partite di calcio e gli iniziali scompigli amorosi. Ciò nonostante, Michele, che segue con interesse la competizione calcistica è destinato a non vedere nemmeno una partita, poiché l’ammaliante Giovanna applica su di lui strategie di gioco che lo turbano, fino a chiedergli di uccidere qualcuno... (e non vi svelo chi).
Al cuor non si comanda, e lui, come tutti i giovani, si infatua della dolce Giovanna, (Sweet Jane) la seducente matrigna di un suo compagno di scuola. Una donna senza scrupoli che non ci mette molto a sbarazzarsi di chi intralcia i suoi piani diabolici. Come i tre uomini che per lei erano stati solo un ostacolo o delle pedine per raggiungere la ricchezza.
L’intreccio si divide tra l’incipit dove il lettore viene introdotto all’interno della vicenda, dandogli così il tempo ad abituarsi allo svolgimento, ossia a quello che segue dalle azioni del nostro protagonista. Qui la struttura narrativa si fa pressante, veloce e con un ritmo piuttosto incalzante, nonché avvolto da un certo sarcasmo, il tutto arricchito con alcuni colpi di scena intrisi di mistero dalle tinte noir. Ma intendiamoci, l’intera narrazione ha un senso logico soprattutto grazie all’escamotage del personaggio principale, “Michele” e alla bravura dell’autore che tiene il lettore col fiato sospeso sino alla fine.
Considerazioni personali
L’intreccio convince, soprattutto per lo stile sobrio e insolito dell’autore che aiuta alla lettura, focalizzando inoltre l’attenzione del lettore su quei particolari importanti per il prosieguo della narrazione e a comprendere quindi la psicologia sia del personaggio principale sia degli altri, dall’amico Roberto orfano come lui, alla procace e furba Giovanna annoiata della sua vita sentimentale che amministra i beni di Roberto, anche lui succube della donna. La lettura si approfondisce nella parte centrale del romanzo, grazie alle esperienze adolescenziali di Michele, riportandone a galla i coinvolgimenti emotivi di un’età immatura dalla quale ci si aspetta tanto, ma che alla fine sono proprio questi a farti diventare adulto in un mondo che non aspetta altro che giocarti il tiro mancino.
Un libro dalle note leggere ma che lasciano il segno con le sue sofferenze e descrizioni aguzze fino a ferire l’animo di chi legge.
Complimenti all’autore, voto: sette.
Grazie per la bella lettura e recensione. E' stata una gradita sorpresa, soprattutto in un giorno che per me riveste grande importanza. Grazie.
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