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giovedì 3 ottobre 2019

Recensione: Nove principi in Ambra di Roger Zelazny


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SINOSSI:
Chi e' l'uomo che giace ferito in un letto d'ospedale? Conosce il suo passato? Sa qual e' il destino a lui riservato in un mondo lontano, che un tempo gli apparteneva? Esiliato per secoli nel mondo delle Ombre, il principe Corwin sta per fare ritorno ad Ambra, il mondo perfetto e al contempo sinistro, l'universo dal quale tutti gli altri sono stati generati, per l'ultimo, disperato tentativo di riconquistare ¡1 trono che un tempo gli spettava. Dalla foresta di Arden fino alla Scala per Arbma che sale dal mare, macchiata dal sangue di eroi caduti, il dominio di Eric, Random, Bleys, Caine e degli altri principi distende sui popoli una coltre di oppressione. È su di loro che Corwin dovra' avere la meglio, ma il suo cammino e' ostacolato da entita' sfuggenti, inquietanti, inimmaginabili, forze insondabili forgiate nel fuoco del terrore, le uniche in grado di resistere all'impeto del principe e alla sua furia sovrumana. Il primo capitolo di un viaggio fantastico ed eroico, l'epopea della riconquista di un mondo e della propria eredita'.


RECENSIONE:
 Avevo voglia di fantasy e mi sono ritrovato a leggere Nove principi in Ambra, primo volume della Saga "Le cronache di Ambra" di Roger Zelazny. Insomma, una mezza delusione. Non ci siamo proprio. Avevo buone aspettative su questa saga. Mi attendevo originalità di luoghi e trama, così avevo letto in alcune recensioni, invece non ho trovato nulla di eclatante. Certo, un paio di spunti interessanti, ma nulla di trascendentale, anzi.

Veniamo gettati al centro dell’azione, con il risveglio del protagonista da una degenza ospedaliera alla quale non riesce a dare alcuna spiegazione. La concitazione iniziale, unita all’utilizzo della prima persona, contribuiscono a far partire bene il racconto. Considerando che ci si trova nell’epoca moderna, la curiosità cresce di pari passo al riaffiorare dei ricordi del protagonista. Ma non illudiamoci, la delusione è proprio dietro l’angolo. La storia risulta difficile da credere (il protagonista pur privo di ricordi riesce a sostenere dialoghi assennati con le controparti e riesce pure a carpire informazioni e a fregarli), forse destinata a un uditorio meno smaliziato, forse semplicemente ad un pubblico più giovane, anche se le premesse e quarta di copertina non danno indicazioni a riguardo, inducendo all’errore. Sta di fatto che il romanzo, poco più di 250 paginette, scorre via veloce senza lasciare il segno.
Il mazzo dei tarocchi, l’idea della città specchio e dei mondi ombra, avrebbero potuto essere sfruttate molto meglio. Sembra quasi che l’autore li abbia affrontati con superficialità, quasi prendendo appunti mentali, per poi approfondirli in un secondo momento. Certo, la saga è composta da più volumi, ma così facendo rischia di perdersi per strada parecchi lettori. E’ un peccato, perché la trama di fondo, per quanto piuttosto abusata, con le intuizioni succitate poteva anche risultare affascinante. I personaggi potevano ambire a rimanere nella mente del lettore… potevano. 
A dare il colpo di grazia al tutto ci pensa la lunga marcia attraverso le Ombre, verso Ambra. Quella che doveva essere un’epica galoppata verso lo scontro finale, una titanica sfuriata di trasudante odio e veleno contro il malvagio di turno, si estingue in un grottesco resoconto a tappe del numero dei caduti. Una descrizione piatta e capace di riuscire nel difficile compito di rendere del tutto indifferente il lettore. 
Raramente mi sono trovato così estraneo ai fatti narrati. 
Peccato, un’occasione persa. Mi rimangono parecchi dubbi anche in merito alla traduzione. Alcune frasi mi parevano decisamente sballate, ma forse sbaglio io.
Ad ogni modo sono curioso di sentire il parere di chi ha avuto il fegato per affrontare i volumi successivi. Ne è valsa la pena? Io sono sempre ben disposto a concedere seconde occasioni, soprattutto quando si tratta di delusioni derivanti dall’opera prima di un autore che inevitabilmente risente della mancanza di maturità. Poi nel caso di Zelazny stiamo parlando di uno scrittore pluripremiato, quindi deve pur esserci una spiegazione… 
Non aggiungo commenti sulla grottesca edizione Fanucci dalla rilegatura a dir poco dozzinale.  


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