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mercoledì 27 novembre 2019

Recensione: GrishaVerse - Sei di corvi di Leigh Bardugo


sei di corvi bardugo
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SINOSSI:
A Ketterdam, vivace centro di scambi commerciali internazionali, non c'è niente che non possa essere comprato e nessuno lo sa meglio di Kaz Brekker, cresciuto nei vicoli bui e dannati del Barile, la zona più malfamata della città, un ricettacolo di sporcizia, vizi e violenza. Kaz, detto anche Manisporche, è un ladro spietato, bugiardo e senza un grammo di coscienza che si muove con disinvoltura tra bische clandestine, traffici illeciti e bordelli, con indosso gli immancabili guanti di pelle nera e un bastone decorato con una testa di corvo. Uno che, nonostante la giovane età, tutti hanno imparato a temere e rispettare. Un giorno Brekker viene avvicinato da uno dei più ricchi e potenti mercanti della città e gli viene offerta una ricompensa esorbitante a patto che riesca a liberare lo scienziato Bo Yul-Bayur dalla leggendaria Corte di Ghiaccio, una fortezza considerata da tutti inespugnabile. Una missione impossibile che Kaz non è in grado di affrontare da solo. Assoldati i cinque compagni di avventura - un detenuto con sete di vendetta, un tiratore scelto col vizio del gioco, uno scappato di casa con un passato da privilegiato, una spia che tutti chiamano lo "Spettro", una ragazza dotata di poteri magici -, ladri e delinquenti con capacità fuori dal comune e così disperati da non tirarsi indietro nemmeno davanti alla possibilità concreta di non fare più ritorno a casa, Kaz è pronto a tentare l'ambizioso quanto azzardato colpo. Per riuscirci, però, lui e i suoi compagni dovranno imparare a lavorare in squadra e a fidarsi l'uno dell'altro, perché il loro potenziale può sì condurli a compiere grandi cose, ma anche provocare grossi danni...


RECENSIONE:
Ammetto di essere sempre un po' prevenuto quando mi avvicino a qualche nuova opera fantasy. Dopo aver sperimentato l’epopea di Steven Erikson, non sono ancora riuscito a trovare qualcosa capace di avvicinarsi seppure lontanamente ai suoi livelli. Detto questo, e fatte un paio di premesse indispensabili, posso dirvi che questo Sei di Corvi di Leigh Bardugo, mi abbia positivamente sorpreso. 
Non si tratta di un romanzo auto conclusivo, neppure per la vicenda che tratta nel corso della narrazione, che rimane (fastidiosamente) aperta. Siete avvisati. 
La seconda nota è più particolare, forse soggettiva, ma che ritengo indispensabile per non bollare il lavoro della Bardugo di mancanza di credibilità. I personaggi che comporranno la banda protagonista dell’avventura ci vengono presentati come minorenni, fra i 16 e i 18 anni. Non ho idea del motivo che abbia spinto l’autrice ad appioppargli quest’età, ma le capacità e competenze cui sono dotati stridono in modo fastidioso con l’età. Per cui vi consiglio semplicemente di non pensarci, se non vorrete trovarvi a porvi sempre il quesito se sia possibile che un ragazzino ragioni a quel modo. Vi rovinereste solo una piacevole lettura.  
L’autrice è molto abile nel creare un’ambientazione di spessore. Una città dove nulla è come appare, dove persino il profumo dei fiori non è autentico, ma frutto degli aromi artefatti che qualcuno ci ha spruzzato sopra. All’interno di questi bassifondi, dove circolano fiumi di denari sporchi e dove tutti sono pronti a fregare tutti, troviamo i personaggi. Tutti ben realizzati e curati e capaci di conquistarsi a pieno diritto il proprio spazio. 
Certo, Kaz, il capobanda, è un personaggio capace di spiccare. Ok, il fatto che l’autrice gli attribuisca 17 anni per me è inconcepibile. Troppo scaltro, troppo esperto, di certo capace di rimanere impresso nell’immaginario, ma non certo figurandoselo come un adolescente brufoloso.  
La vicenda è lineare, una missione impossibile da portare a termine, con mille pericoli e incognite, tradimenti, colpi di scena. Piacevole insomma, grazie soprattutto alla pregevole prosa della scrittrice e alla bontà dei dialoghi, realistici e a tema. Ben fatto. 
La magia è presente e riveste un ruolo importante nella vicenda, prendendo la forma di particolari abilità di cui sono dotati alcuni personaggi, ma non risultando eccessivamente sbilanciante. 
Insomma, un primo volume capace di coinvolgermi e nonostante la beffa del finale totalmente aperto, non dubito che proseguirò nella lettura della serie. 
Consigliato!

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