un portale verso mondi "altri"

Il chioschetto dell'ebook propone:

domenica 22 dicembre 2019

Recensione: QUEHO: L'uomo nero dell'Ovest di Christian Sartirana [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti


horror western
Link Acquisto Amazon

Titolo: QUEHO. L'uomo nero dell'Ovest di 


Editore: Pubblicazione Indipendente

Genere: weird western

Prezzo: ebook 2,99 euro, cartaceo contattare l'autore

Rating: 8

Sinossi: 
TRATTO DALLA STORIA DI UN VERO SERIAL KILLER NATIVO AMERICANO. 
Nevada, inizio Novecento.Il temibile gigante indiano Queho terrorizza la cittadina di White Crow, mentre una raccapricciante epidemia fa strage del bestiame.
Toccherà al malinconico allevatore Leo e alla bella proprietaria del saloon Jane affrontare l’orrore celato dietro alla vicenda, in un crescendo di violenza e angoscia che sfocerà nel tragico finale.Brutalità, razzismo e mistero in un Horror Slasher dall’ambientazione Western che fa del dialogo lo strumento principe della narrazione e in cui non mancano piombo, polvere e sangue. 
In postfazione il saggio "Queho: un viaggio nel weird west tra serial killer, mummie e giganti" di Gian Mario Mollar.

Recensione: 
Avevo appreso dell’esistenza dell’indiano pazzo Queho dall’ottimo testo I misteri del Far West di Gian Mario Mollar (qui la nostra recensione), autore che di questo romanzo ha curato la postfazione, per cui non ho resistito alla tentazione di accaparrarmelo. In questi casi il cartaceo è d'obbligo, e perché no, anche una bella dedica. 
Non avrei resistito ugualmente data la mia passione per il weird western e la carenza di romanzi che caratterizza questa nicchia nel panorama nostrano. Aggiungiamo a questi aspetti il fatto che l’autore, Christian Sartirana, non mi suonava nuovo, e ne serbavo un buon ricordo. Qui trovate la recensione al suo romanzo horror Ipnagogica, edito da Acheron Books. Lo ricordavo come un testo capace di suscitare emozioni forti urtando la sensibilità del lettore senza ricorrere a superflui spargimenti di sangue, ma giocando e destreggiandosi con maestria con aspetti più sottili e disturbanti. La curiosità di vedere queste doti applicate al contesto western era quindi parecchia.
Romanzo weird western, autore italiano in gamba, e pubblicazione indipendente lo hanno reso un acquisto indispensabile accompagnato da aspettative elevate. Uno scenario di partenza non facile per l'autore diciamo, vediamo quindi come è andata.
Prima impressione non appena ho stretto fra le grinfie il volume(tto). Mi attendevo un romanzo, invece si tratta di un racconto lungo, ma ciò che più stupisce è il formato. Non sono un tipografo per cui non venite a chiedermi quale sia, sta di fatto che è quello tipico delle brochure, avete presente i classici pieghevoli su tre facciate? Ecco, proprio quelli. 
Superato l’effetto sbalordimento, ammetto che non sia niente male. Aggiungiamo la pregevole cover dai colori accesi molto adatti per un western bizzarro, e la cura assolutamente professionale dell’impaginato e della presentazione del tutto, direi proprio un ottimo lavoro. 
Ma veniamo a quello che effettivamente conta: il contenuto. E qui non c’è scampo. Non si parla di gusto personale, si tratta di una scorribanda ai confini della follia, tratteggiata con grande abilità dal Sartirana. Un ritmo forsennato, cercato e ottenuto anche grazie a espedienti originali quali la presentazione della scena in stile copione teatrale, per poi lasciare spazio agli attori in modo diretto e capace di coinvolgere con dialoghi serrati e azzeccati. Bello, ben fatto, formula vincente. Complimenti!
La storia scorre rapida e inquietante, senza risparmiare al lettore scene truci e sparatorie mozzafiato, suspense, colpi di scena e battute al fulmicotone.
I personaggi rappresentano bene le tipiche caratterizzazioni da vecchio west, non per questo risultando banali, anzi, grazie soprattutto ai dialoghi ben gestiti, sono sempre piacevoli e credibili. 
L’arte dell’autore si dispiega alla perfezione quando cala sul proscenio la figura misteriosa di Queho. L’atmosfera si fa subito cupa e l’oscurità trabocca della paginette del volumetto in dosi massicce, liberando appieno la predilezione per l'autore per l'horror di qualità. 
Originale anche il colpo di scena finale, capace di strappare un sorriso stravolgendo tutto e rimescolando le carte.
Insomma, non c’è molto altro da dire. Io amo il genere, e trovo che Sartirana l’abbia interpretato magistralmente. Lo consiglio quindi a tutti gli amanti dell’horror e dell’avventura con risvolti bizzarri. Da provare assolutamente.
Unico rammarico è che sia breve. C’è da dire che grazie a questa brevità forse molti potenziali lettori troveranno il coraggio per accostarsi a un genere che magari non hanno mai affrontato. 
Forza, è la vostra occasione, non ve ne pentirete.
Personalmente mi spiace molto non trovare sul mercato lavori in ambito horror/western che vadano oltre al racconto lungo. Intanto mi accontenterò di un altro racconto lungo: ho nel mirino Black Hills di Luca Mazza. Vi farò sapere! 
Ultima nota per il saggio finale “Queho: un viaggio nel weird west tra serial killer, mummie e giganti" di Gian Mario Mollar, anch’esso decisamente sfizioso e da leggere tutto d’un fiato.
Voto 8.


Nessun commento:

Posta un commento