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Opera: Ombre nella pietra
Autore: Alex Coman
Editore: Delos Digital
Collana: Dystopica
Genere: Fantascienza, distopia
Formato: ebook 1,99 Euro
Target: Young/adult
Rating: 7
Sinossi:
Per poter entrare nella Bolla erano costretti a indossare l’ombra, ma rinunciando a ogni dignità umana.
Monte Alto è circondato dall’oceano l’aria è fredda e corrosiva, la gente per poter sopravvivere è costretta a vivere nelle caverne agognando la vita nella Bolla, dove la natura prospera e l’aria è incontaminata. Lo sanno bene Mina e Robi, due fratelli, che, per poter entrare nella Bolla, sono costretti a indossare l’ombra, rinunciando alla loro libertà e portando a termine gli incarichi assegnati dal collare. Le ombre non sono autorizzate a parlare con i cittadini, non sono autorizzate a fare nulla se non espressamente richiesto.
Solo così possono respirare l’aria tossica fuori dalla Bolla per un massimo di 150 ore.
Recensione:
Sopravvivenza, azioni, sentimenti intrinsechi del vero essere umano nel momento del bisogno narrate in poche pagine, ma c’è di più. Fialette di antidoto per vivere, una Bolla di sopravvivenza per non respirare l’aria contaminata e fredda.
“Ombre nella pietra” di Alex Coman è un racconto che espone la drammaticità del vissuto di due fratelli orfani, Mina e Robi. I due giovani hanno perso la famiglia da piccoli e ora possono contare solo su loro stessi e sulle proprie forze. Per i due ragazzi, l’unico modo per andarsene dalle fatali caverne di Monte Alto, è quello di essere costretti a diventare schiavi della Bolla, che li riduce a ombre, privandoli della dignità di un essere umano. I due ragazzi vivono così in un mondo gelido e sterile, con la promessa che un giorno potranno raggiungere la libertà in una terra che è stata promessa loro dai padroni che muovono i fili delle loro vite. Una terra che però sembra davvero ancora molto lontana, quasi irraggiungibile, o forse addirittura irreale.
La vita fuori dalla bolla mette a dura prova i due ragazzi, che ce la metteranno tutta per vivere il loro futuro in un ambiente più umano, migliore di quello che hanno vissuto fino a ora, costretti a servire come ombre per i cittadini della bolla e a sottostare ai loro più perversi desideri per potersi curare grazie a delle fialette e ad avere 150 ore di tempo fuori dalla Bolla per respirare aria pulita.
Tutto questo se riusciranno a portare a termine gli incarichi per i “padroni” della bolla.
(Il riferimento al razzismo lo si evince a ogni pagina. Perché credo che fosse questa l’intenzione dell’autore)
Il racconto è scritto in terza persona alternando il punto di vista di Robi con quello di Mina, una ragazza riflessiva, e secondo me un personaggio che l’autore ha messo poco in rilevo in confronto di Robi, soprattutto nella parte finale del racconto. Nonostante la brevità della narrazione, la scrittura aiuta a condurre il lettore al centro dell’ambientazione distopica e ad amare fin da subito i protagonisti e la loro disperazione, attenuata a volte da sprazzi di serenità ma che si alterna alla violenza di uomini senza scrupoli e maledettamente ingiusti, come esecrabili sono le ingiustizie che i due protagonisti subiscono, soprattutto dalla loro vicina di casa, donna orribile, egoista e opulenta, la quale pretende con le minacce la metà del contenuto delle fialette dei due ragazzi, così come i suoi figli, criminali incalliti e senza scrupoli.
Il mondo distopico narrativo è ben costruito e interessante in tutte le sue sfaccettature. Di solito preferisco romanzi lunghi e articolati, ma inaspettatamente la lettura di questo romanzo breve si è rivelata più piacevole di quanto avessi immaginato.
Ottimo il ritmo e il finale del romanzo breve che sembra portarti lontano dalle comodità di noi esseri umani, ma che sa esprimere l’ingiustizia e la crudeltà del mondo. Perché sì, i due protagonisti vivono in un mondo diverso dal nostro, ma è inevitabile pensare a quanto si assomiglino.
Non solo è breve e scorrevole, ma è imprevedibile e toccante. Non potrete mai immaginare quello che succede l’attimo successivo, ne rimarrete semplicemente stravolti.
L’autore racconta una storia in cui bene e male sono ben separati e ci presenta un mondo nel quale di bontà ce n’è ben poca. Insomma, non solo i due protagonisti si ritrovano a combattere contro un’aria rarefatta e dunque nociva, ma persino contro l’essere umano. Spietato, crudele, non lontano comunque dalla nostra realtà, se pensiamo a quante persone rimangono indifferenti alle disgrazie e ai dolori del prossimo.
Infine vorrei fare una riflessione sul finale, inaspettato che non avrei mai immaginato di leggere. Lo trovo più che azzeccato per una storia di questo genere, capace di lasciarti a bocca aperta e con un po’ di delusione. Capace di farti arrabbiare perché l’ingiustizia continua e la giustizia va a farsi benedire. Tuttavia, credo che l’autore sia riuscito nel suo intento, perché se un lettore arriva a provare questa sensazione di impotenza, beh, chapeau. L’autore, in effetti, ha saputo avvolgere la narrazione in una nuvola di un potere così straordinario, che ti trascina in media res all’interno delle anime dei suoi personaggi, tanto da rimanerne soggiogata nonché incantata, come se tu vivessi le stesse loro emozioni, le loro stesse sofferenze. Questo secondo me è il pregio della storia, condensata in poche pagine.
Ottimo il riferimento alla connessione Internet tra i personaggi, che di così lontano e inverosimile non c’è niente, se vogliamo.
Uno scenario distopico originale. Una prosa fatta di frasi brevi e dai ritmi incalzanti. Belle le ripetizioni, denotano una consapevolezza di stile. Breve ma intenso e con molti spunti di riflessione. Tra tutti il mondo digitale da cui dipendiamo e che spesso si sostituisce al nostro relazionarsi di persona.
Ottima l’idea del numerare gli incarichi delle ombre attive come quelle di Mina. La 128 nella casa, 2088 della Bolla di Monte Alto.
Non sono amante del genere distopico ma questo racconto di Alex Coman mi ha proprio convinto.
Complimenti all’autore
Consigliato, voto: 7.
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