Titolo opera: Amazònia, la mano dello Xsei
Autore: Gianvito Cirami
Editore: pubblicazione indipendente
Genere: fantascienza/biopunk
Prezzo: 4.99 kindle, 14.99 copertina flessibile, 22.99 copertina rigida.
Sinossi:
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Lando, Nue, Temu e HPY finiranno loro malgrado in una cospirazione più grande di loro, tra gli intrighi del Magìster Lisboa, che vuole mantenere una tecnocrazia utopistica ma piena di divisioni, per non ripetere a Safe Harbor gli errori che hanno condannato Vecchia Terra al crollo mille anni prima, e i misteri dell’antica civiltà scomparsa di Amazònia, che solo Raiki, una ragazzina speciale, potrà risolvere.
Anche a centinaia di anni luce e molti geni di distanza, quello a cui ciascuno anela è scegliersi il proprio destino.
Note/Commenti/Finalità dell’autore:
Amazonia è nato un po’ per caso, da qualche scena alla Indiana Jones, qualche B-movie giapponese e parecchio interesse per l’astrofisica e le superterre potenzialmente abitabili. Piano piano ha iniziato a ospitare una società distopica su un pianeta realmente esistente, intrighi politici, segreti alieni, una flora e una fauna mostruose, tecno-ninja mutanti, cyborg simbionti e molto altro.
Nel giro di un anno si è popolato e trasformato in qualcosa di inaspettato in cui, attraverso i conflitti e le voci dei personaggi è stato possibile esprimere molteplici idee: su come la politica spesso non riesce a essere un mezzo per le persone per raggiungere obiettivi nobili, ma diventa il fine per cui si compiono atti ignobili; su come a volte, pensando di fare il bene per gli altri, li si controlla semplicemente, raccontandosi bugie per giustificarsi (Lisboa); su come a volte si fa la cosa sbagliata per le persone giuste (Raiki); su come l’anima sia una sostanza impalpabile che ci definisce e non può essere imbrigliata in una configurazione di 1 e 0 di un cervello sintetico; di come le IA, col libero arbitrio, possano essere pericolose e imprevedibili, a volte più empatiche degli umani; su come il libero arbitrio a volte porti a sbagliare, ma sia uno sbagliare necessario per evolvere; su come a volte l’eccesso di inclusività a tutti i costi porti una mente più rigida e nuovi pregiudizi; sulla perdita del valore della vita umana e l’inaridimento morale; su come, a mille anni e anni luce di distanza, gli esseri umani siano sempre gli stessi, come lo erano nell’antichità e lo sono oggi, solo in forme diverse, ma compiendo gli stessi errori; sull’incomunicabilità che a volte non può essere rotta nemmeno con la telepatia; su come i media e i social possano letteralmente creare dal nulla eventi storici mai avvenuti (eventi di Kolkhis), stravolgendo la vita di molte persone e cambiandone i destini e su come a volte il destino è una forza inarrestabile a cui è inutile e controproducente opporsi, ma va abbracciata.
Insomma, c’è parecchia carne al fuoco. Pur essendo temi seri, ho cercato di trattarli in modo non troppo drammatico, ma in una storia colorata che si muove molto veloce e su più fronti e con parecchia azione, un po’ di noir, parecchio cyber/biopunk, sempre con un occhio alle basi scientifiche e alla plausibilità. Per quanto alcune soluzioni possano sembrare estreme, è tutto plausibile e frutto di numerose ricerche. Ho anche cercato di creare un setting completo ed evocativo, con personaggi piuttosto complementari e in cui ho provato a scavare il più possibile. Amazònia è uno splendido pianeta ridente, diversamente da molta letteratura distopica, l’oscurità e i drammi stanno dentro i personaggi. Buona lettura!
Big da sfidare:
Altered Carbon di
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