un portale verso mondi "altri"

Il chioschetto dell'ebook propone:

sabato 11 febbraio 2023

Recensione: Quel che resta di Leonardo Ligustri [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

  


Link Acquisto Amazon


Opera: Quel che resta

Autore: Leonardo Ligustri

Genere: distopico

Target: Young/adult

Editore: Delos Digital

Collana: Dystopica

Trama:

Dove andrai quando non ci sarà più nulla? Che senso avrà andare avanti?

In un futuro non lontano un uomo vaga assorto nei suoi pensieri sullo sfondo di una città fantasma, in uno scenario devastato da cataclismi naturali, alla ricerca di un ultimo brandello del mondo che conosceva.

Solo e tormentato dai rimorsi del suo passato viaggia fra scheletri di palazzi abbandonati e nuvole di polvere, armato di un solido cinismo che gli fa da scudo contro gli orrori del presente. È preparato a tutto, tranne all’incontro che cambierà il corso del suo viaggio e lo costringerà a fare i conti con tutto ciò che il mondo ha perduto per sempre.


Recensione:

In questo romanzo abbiamo un mondo devastato dai cataclismi naturali: forse lo scenario che ci aspetterà in un prossimo futuro non molto lontano. Tuttavia, romanzi di fantascienza come questo ci sta proiettando all’interno di universi non molto distanti dalla realtà tant’è che ci stiamo abituando ad aspettarci un’imminente catastrofe post apocalittica, ormai  sembra scontato che il genere umano prima o poi dovrà pagare lo sfacelo commesso attraverso le sue insensate azioni. E nel caso di Quel che resta di Leonardo Ligustri, nella collana Dystopica curata da Delos Veronesi, ci siamo quasi...

Leonardo Ligustri esordisce con quest’opera distopica edita dalla Delos Digital. 

La storia si avvicina per alcune caratteristiche post apocalittiche e di personaggi nonché di luoghi simili a molti romanzi di genere fantascientifico. Uno che mi viene in mente è 1984 di Orwell, che ho amato tantissimo. E Non solo, ce ne sarebbero tanti altri ma non sto qui ad elencarveli tutti. In questo racconto lungo, l’autore narra di una terra ormai alla fine della sua vita geologica. Gli esseri umani, trovandosi così ridotti a dover sopravvivere come meglio possono, diventano i peggiori nemici di sé stessi. Infatti, per la loro sopravvivenza commettono le più spregevoli e spietate azioni verso i loro simili pur di cavarsela. Ma questa si può chiamare vita? Umanità? 

Attraverso la narrazione, l’autore gioca con dei passaggi a volte distaccati da quel mondo cinico che si è costruito, condizionando il lettore a farne parte. I personaggi sono caratterizzati da quella freddezza d’animo al quale molti lettori sicuramente non sono abituati tant’è che spesso chiudono il libro, ma poi incuriositi, lo riaprono, convinti che ne vale proprio la pena (è successo alla sottoscritta). Abbiamo un protagonista che ci conduce nei meandri della psiche umana. Un uomo che cerca comunque di dare un senso alla propria vita ma che dovrà fare i conti con ricordi del passato che lo tormentano e alla fine sarà costretto a fare una scelta: tornare a una forma primigenia, come tutto il genere umano, o lasciare che sia il suo flusso di coscienza a guidarlo. 

Le ambientazioni di questo mondo oscuro immaginato dall’autore, riporta il lettore in quelle che sono le analisi del proprio sé, di una “Coscienza di Zeno” futuristica grazie all’abilità dell’autore di riuscire laddove molti autori di questo genere hanno fallito. In effetti, Ligustri ti trascina all’interno dell’opera attraverso i cinque sensi, con i quali il lettore riesce a percepire i sapori e gli odori mefitici che circondano il protagonista. Riesce, attraverso le sue descrizioni, a incuriosire il lettore fino a proiettarlo all’interno delle sue pene, della sua suspense, di stati d’animo in cui la collera e l’incertezza prendono il sopravvento. Ma nella sua narrazione, l’autore lascia spazio anche a spiragli di speranza e aspettativa di un mondo migliore, grazie a un finale lasciato aperto a ogni interpretazione immaginifica del lettore, o che può preparare l’opera a un sequel.

Veniamo alle considerazioni personali.

Scritto in prima persona al presente, la narrazione risulta avvincente e coinvolgente, benché l’autore non fornisca molti dettagli né del protagonista né quale sia stata la causa delle catastrofi che hanno colpito la terra.  

I periodi semplici sui quali l’autore si appoggia, aiutano il lettore alla lettura. Il lessico non è ricercato, ma azzeccato per il genere dell’opera. Lo stile è sobrio e quanto mai misurato nelle parole. Buona l’idea delle metafore di cui l’autore fa uso per inviare messaggi al lettore. 

Dopo la mia interpretazione, spero equa, è il momento della valutazione. La differenza principale tra interpretazione e valutazione è che mentre la prima riguarda il contenuto del libro e la “morale” che secondo me si coglie d’emblèe nel testo. La seconda riguarda al mio giudizio critico più ampio sull’intera opera e devo dire che ho avuto qualche dubbio nell’assegnare un otto o un sette, tuttavia oggettivamente, per alcuni passaggi che mi sono piaciuti meno degli altri, ho deciso di attribuire all’opera un sette, che non è affatto disonorevole, anzi. Consigliato.

Buona lettura, voto: 7.


Peg Fly



Nessun commento:

Posta un commento