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domenica 22 ottobre 2017

Recensione: Guiscardi Senza Gloria di Mauro Longo [Rating 6,5]


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Titolo: Guiscardi senza gloria

Autore: Mauro Longo

Genere: Dark Fantasy

Casa Editrice: Acheron Books

Pagine: 260

Prezzo: Cartaceo € 12,00, Ebook € 4,50

Rating: 6,5

Sinossi: Venezia Nuova, Anno del Signore 1516, cento e settantunesimo dall'arrivo del Flagello dei Morti e dalla caduta dei Vecchi Regni: il cosiddetto Rinascimento Macabro. Qui vive l’ultima discendenza di Marco Polo, custode di un misterioso tesoro bramato da elementalisti e signori della guerra, pronti a tutto pur di impossessarsi delle sue favolose ricchezze. Ma la caccia all’eredità dei Polo è già cominciata! A contrastare le mire di Thomas Linche, condottiero del Sacro Impero di Francia, c’è solo un manipolo di rinnegati, furfanti e ciarlatani, veri e propri guiscardi senza gloria, che dovranno affrontare le innumerevoli insidie del loro mondo decaduto. Da Venezia Nuova alla Laguna Nera, dal Castello di Otranto alla Città Dolente di Napoli, la ricerca del segreto perduto di Marco Polo li porterà a misurarsi con spadaccini meccanici, automi vitruviani e abomini senza nome generati dal Flagello.


Recensione: “Guiscardi senza gloria” di Mauro Longo, edito da Acheron Books, è un romanzo dark fantasy, cupo e con abbondanti pennellate di horror puro. L’ambientazione nella quale è calata la vicenda è quella di Ultima Forsan, creazione di Longo stesso e di Giuseppe Rotondo per il gioco di ruolo Savage World, almeno questo quanto ho appreso con i miei potenti mezzi (?!) nel mare caotico di internet. Anche se non foste appassionati di giochi di ruolo e similari, vi consiglio vivamente di visitare i loro siti perché pieni zeppi di immagini fantasy, ma anche weird western, mozzafiato. Dico subito che proprio tale ambientazione mi pare l’aspetto migliore del romanzo. Ad ogni modo il libro è autoconclusivo e non serve conoscere il gioco in questione per poterlo leggere. 
Longo scrive bene e l’ambientazione è molto buona quindi, ciò che invece mi ha convinto un po’ meno è la gestione della storia. Di per sé abbastanza semplice, e non particolarmente originale, mi ha dato una strana sensazione soprattutto nella gestione del suo sviluppo. Ad una prima parte, molto dettagliata, sin quasi a risultare lenta, nella presentazione del manipolo di papisti, segue, da circa il secondo terzo del volume, un’accelerazione che appare innaturale. Pare quasi che l’autore si sia trovato a dover riassumere le vicende narrate per questioni che esulano dalla naturale evoluzione della storia, imponendosi un ritmo divergente nella gestione del romanzo nella sua totalità. 
La scelta di dedicare così ampio spazio all’iniziale descrizione della combriccola capeggiata dal Martello di Dio e alla mancata cattura di Darko Polo, mi pare bizzarra a lettura ultimata, visto che poi le vicende “succulente” vengono espletate in modo alquanto sbrigativo, con alcuni personaggi che spariscono per lunghi tratti. Inoltre anche la gestione dell’evoluzione di alcuni protagonisti mi è parsa piuttosto sbrigativa, soprattutto negli aspetti caratteriali degli stessi. Non posso entrare nello specifico per non cadere in spoiler che vi rovinerebbero la lettura, ma devo dire che alcune reazioni, o mancate reazioni, ad eventi drammatici, mi sono parse piuttosto innaturali. Insomma, qualche dubbio mi è rimasto. D’altro canto alcune trovate ed alcuni personaggi mi sono piaciuti parecchio. Indimenticabile la vivisettrice Mosaico, che da sola vale il prezzo di copertina. Inoltre la prosa dell’autore è gradevole e capace di catturare, trasportandoci in questa ricca ambientazione, passando nelle nostre belle città d’arte, devastate dal mordo che ha portato i Morti a girovagare indisturbati in alcuni quartieri.
Il giudizio quindi sul romanzo non può essere lineare, ma dipenderà molto dall’approccio del singolo lettore e dalle sue aspettative. 
Nel romanzo ci sono contaminazioni steampunk che ho trovato molto gradevoli e giuste spose degli scenari gotici ricreati. Ecco, forse quello che mi ha maggiormente deluso è il sentore che le scenografie imbastite avrebbero meritato una storia più profonda e soddisfacente, con una gestione più accorta dei personaggi e delle loro “reazioni” agli eventi. Ad ogni modo la lettura garantisce indubbiamente piacevoli ore di evasione, basta non soffermarsi troppo a riflettere su possibili cavilli, cosa che io francamente non riesco più a fare. Purtroppo.
La cura del “prodotto libro” invece è quella tipica dei lavori Acheron Books, pochi refusi, ottimo editing e una nota di merito alla splendida cover realizzata da Diramazioni/Vocisconnesse. Ogni loro lavoro esercita su di me un fascino potente. Dovendo attribuire un voto, come da prassi di scrittorindipendenti, non posso andare oltre ad un 6.5, sperando che l’autore torni a far vivere l’affascinante mondo generato, magari con una maggiore attenzione alla realizzazione di una trama più appagante.

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