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giovedì 21 febbraio 2019

Recensione: Abarat di Clive Barker


clive barker
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Sinossi:
Candy Quackenbush, ragazzina irrequieta, vive a Chickentown, una cittadina noiosa del Minnesota. Dopo un violento scontro con un'insegnante, fugge da scuola e vaga fino al limitare del bosco, dove le case lasciano il posto alla prateria. E qui ecco la prima di moltissime sorprese: un molo in rovina e un vecchio faro abbandonato. Sotto i suoi piedi scricchiola la sabbia. Il mare nel Minnesota? Possibile? Ma certo. È il Mar d'Izabella, che viene a prenderla e la porta via sulle sue onde, verso Abarat: un arcipelago di ventiquattro isole, una per ogni ora del giorno, più la venticinquesima Ora, un Tempo Fuor dal Tempo. Un mondo popolato da bizzarre creature, pieno di meraviglie e pericoli, teatro di una lotta tra forze oscure. 


Recensione:
Oggi torno a occuparmi di un autore che ho molto apprezzato in passato. Ho all’attivo un unico suo romanzo a dire il vero, si tratta di Clive Barker. Il romanzo che mi fece conoscere questo scrittore, Cabal, era decisamente diverso da quello che vi presento ora, trattandosi in questo caso di un testo classificato fra il fantasy Y/A, mentre il precedente era prettamente horror.  Non sono solito dare grande peso alle classificazioni di genere, e anche in questo caso posso dire che il testo possa essere apprezzato da chiunque vi si accosti, e non solo dai giovani adulti. Ci troviamo infatti al cospetto di un’opera nella quale la fantasia viene sguinzagliata senza freni di sorta e, trovandoci al cospetto di una grande penna, il risultato non può che essere piacere puro, adatto ad ogni fascia d’età. 
Come recita la copertina siamo al cospetto del nuovo Alice nel paese delle meraviglie. Anche in questo caso infatti scene descritte con leggerezza mascherano tematiche importanti e scenari che se osservati con maggiore attenzione gettano lugubri ombre sul percorso seguito dalla protagonista della storia. 
La prosa dell’autore ci accompagnerà con delicatezza alla scoperta di Abarat, un mondo prossimo al nostro, ma dotato di leggi proprie e abitato da creature bizzarre. Si tratta di un arcipelago formato da 25 isole, una per ogni ora del giorno e della notte, più una, la più misteriosa, quella della venticinquesima ora. Sarà un viaggio vissuto attraverso i giovani occhi della nostra protagonista, una ragazza caparbia e coraggiosa, capace di affrontare a testa alta le mirabolanti avventure nelle quali si troverà coinvolta, senza mai arrendersi. Badate, avventure che seppur alleggerite dalla bizzarria di chi circonda la nostra eroina, ne metteranno a repentaglio la vita, in continuazione. 
Un viaggio che il lettore potrà assaporare appieno se riuscirà a evitare futili riflessioni sulla credibilità o meno degli esseri che popolano Abarat, lasciandosi riportare al piacere della scoperta e dell’avventura anche fini a se stesse, senza particolari orpelli o appendici forzatamente filosofiche. Il pensiero dell’autore a riguardo è chiaro e viene più volte esplicitato per bocca del narratore: ciò che più conta è il qui e ora, tutto il resto serve solo a creare inutile confusione.
Non posso che parlar bene del romanzo e lo consiglio a tutti. Unico aspetto da tener presente è che il finale è aperto, per cui non aspettatevi una conclusione, ma il bello di un viaggio non è solo la meta, ma anche il viaggio stesso, giusto?   
Per dovere di cronaca vi informo infatti che Abarat costituisce il primo capitolo di una pentalogia, i cui ultimi due episodi sono ancora in lavorazione.
1. Abarat (2002)
4. Kry rising (in lavorazione)
5. The eternal (in lavorazione)

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